Un semplice glossario di alcuni termini utilizzati in questo sito

L’Aura è un campo di energia elettromagnetica e di energia spirituale invisibile che circonda tutti gli esseri viventi, uomini, animali, piante, rocce e cristalli. Ognuno è immerso nell’Aura, in quanto essa è l’emissione energetica del nostro corpo in connessione con l’energia universale. L’Aura e i suoi colori disegnano lo stato fisico e mentale di una persona, i diversi colori dell’ aura forniscono informazioni sul benessere emotivo e spirituale e ciò può avvenire anche attraverso i Chakra. L’aura umana è formata da almeno sette corpi sottili: eterico, emozionale, mentale, astrale, eterico matrice, celestiale e causale; ognuno di essi ha un proprio colore ed è relazionato con un particolare Chakra e organo. Tanto più è luminosa e si estende intorno al corpo e verso gli altri, tanto maggiore sarà il benessere, l’equilibrio e la consapevolezza della persona. Quando il nostro campo energetico è in equilibrio, ognuno è in grado di vivere con pienezza la propria vita.

L’Ayurveda è la scienza vedica della guarigione del corpo e della mente, è uno dei più straordinari sistemi di medicina olistica del mondo.

L’Ayurveda copre tutti gli aspetti della salute e del benessere, fisico, emotivo, mentale e spirituale e lo scopo più ampio è la preparazione per la vita spirituale.

Si focalizza sull’integrazione psicosomatica con la cura della salute nella sua totalità che culmina nell’apertura della trascendenza e dell’autorealizzazione.

Include tutti i metodi di guarigione: dieta, erbe, regole per l’esercizio fisico e lo stile di vita, arrivando fino alle pratiche yogiche e alla meditazione.

Con il suo particolare concetto di costituzione individuale, l’Ayurveda fornisce a ogni persona di qualsiasi cultura il modo per creare uno stile di vita in armonia con il mondo della natura che con il proprio Sé superiore.

Con la sua profonda comprensione delle leggi di natura favorisce la buona salute e la crescita ottimale di tutte le creature.

La parola chakra deriva dal sanscrito e significa “ruota” o “disco”. Si ritiene che i sette chakra siano ruote rotanti di energia che corrono lungo la spina dorsale.

Ogni chakra è associato a un diverso colore, elemento ed emozione. I chakra sono anche collegati a diverse ghiandole e organi del corpo umano.

I chakra principali sono sette centri energetici nel corpo fisico, secondo antichi testi indiani e lo yoga. I chakra erano visti come un modo per bilanciare la mente e il corpo, in grado di aiutare la salute fisica, emotiva e mentale.

Si ritiene che il sistema dei Chakra abbia migliaia di anni ed è essenziale per molte pratiche come lo yoga, la meditazione e la spiritualità. I chakra sono stati inizialmente utilizzati per collegare la mente e il corpo. I sette chakra erano visti come ruote rotanti di energia che correvano lungo la spina dorsale.

I chakra erano visti come un modo per bilanciare la mente e il corpo. Si credeva che fossero in grado di aiutare con la salute fisica, emotiva e mentale.

Attraverso le mie esperienze, i miei studi e gli approfondimenti sui chakra, ho avuto l’opportunità di venire a conoscenza e di connettermi all’ottavo chakra, la sfera dell’anima e al nono chakra, la stella dell’anima grazie alla meditazione.

IL CHAKRA DELLA RADICE è il primo chakra, il nome in sanscrito è Muladhara, che significa “sostegno della base”.

Si trova alla base della colonna vertebrale, al perineo, ed è associato al colore rosso, all’elemento terra, a tutto quanto, come la terra, è solido e stabile. Rappresenta il radicamento, l’istinto di sopravvivenza, il sentirsi al sicuro e protetti, i bisogni primari, il significato di vivere, le fondamenta per lo sviluppo della nostra personalità, coltiva l’abbondanza materiale, la forza interiore, corrisponde alla vitalità, al vigore, alla crescita e alla connessione alla Terra.

Il simbolo del primo chakra è un fiore di loto rosso con quattro petali. Il mantra seme (bija mantra) è LAM. L’energia di Mulhadara chakra è associata alle ghiandole surrenali, ed è responsabile della salute dell’intestino crasso, del coccige, dei denti, dell’ossa, delle gambe e dei piedi.

La parola chiave associata è IO SONO.

AFFERMAZIONE POSITIVA: SONO RADICATA, STABILE E CENTRATA.

IL CHAKRA SACRALE è il secondo chakra, si trova intorno alla colonna lombare, nella parte inferiore dell’addome sotto l’ombelico e corrisponde al ganglio nervoso chiamato plesso sacrale. Il nome in sanscrito è Svadhistana, che significa “dolcezza”, esso è associato al colore arancione e all’elemento acqua, che lo rende responsabile della regolazione dei liquidi nel corpo.

Questo chakra è collegato alle nostre emozioni, ai piaceri, ai desideri fisici, alla sessualità, alla creatività. Il secondo chakra ci conduce dall’esistenza di base per abbracciare ciò che rende la vita degna di essere vissuta.

La circolazione della sua energia, proprio come l’acqua, riesce ad adattarsi ad ogni superficie, e il suo scopo è quello di farci fluire nella vita, essere flessibili, accettando ed adattandoci al cambiamento. Il simbolo è un fiore di loto con 6 petali di colore arancione, il bija mantra è VAM.

L’energia di Svadhistana chakra è associata alle gonadi (ovaie per le donne, testicoli per l’uomo), ed è responsabile della salute di genitali, reni, vescica, prostata, sistema circolatorio. La parola chiave associata è IO SENTO.

AFFERMAZIONE POSITIVA: IO PERMETTO ALLA MIA CREATIVITA’ DI FLUIRE LIBERAMENTE ATTRAVERSO ME

IL CHAKRA DEL PLESSO SOLARE è Il terzo chakra, situato nella zona dello stomaco, è associato al colore giallo e all’elemento fuoco.

Il nome sanscrito è Manipura, che significa “la città del gioiello splendente”. Questo chakra è collegato al potere personale, all’autostima, all’ego, al potere di essere un individuo unico, celebrando la connessione con l’umanità, alla fiducia e alla fiducia in se stessi, al rispetto di se stessi, alla trasformazione, alla forza di volontà di affrontare le sfide nella vita, alla determinazione, al coraggio e forza. Il terzo chakra è rappresentato da un fiore di loto con dieci petali gialli, il suo bija mantra è RAM.

La ghiandola endocrina associata a MANIPURA è il pancreas, che è responsabile dei processi digestivi, in quanto regola le funzioni di stomaco, fegato, milza e cistifellea; è responsabile delle funzioni digestive, sia un punto di vista fisico che mentale, come capacità di metabolizzare i pensieri, le situazioni, le emozioni.

La parola chiave associata è IO FACCIO.

AFFERMAZIONE POSITIVA: IL CORAGGIO E IL MIO POTERE PERSONALE FLUISCONO ATTRAVERSO DI ME

Il quarto chakra è situato al centro dello sterno, all’altezza del cuore, dietro lo sterno, davanti alla colonna vertebrale e tra le scapole. Per questo è chiamato il chakra del cuore, è associato al colore verde e all’elemento aria.

Il nome in sanscrito è Anahata chakra, che significa “non colpito” o “imbattuto” ed è legato al battito cardiaco, il ritmo ininterrotto e il suono silenzioso.

Questo chakra è collegato alla nostra capacità di amare ed essere amati, al perdono, alla compassione, alla devozione, alla flessibilità del cuore, alla capacità di stabilire relazioni, la capacità di entrare in risonanza con ogni cosa, in empatia con gli altri, sintonizzarci ed entrare in comunione con le vibrazioni cosmiche.

Il chakra del cuore è il mediatore e l’armonizzatore, il ponte che collega i chakra inferiori (materialità) e i chakra superiori (spiritualità).

Il quarto chakra è rappresentato da un fiore di loto con 12 petali di colore verde brillante, il suo bija mantra è YAM.

La ghiandola endocrina associata al chakra del cuore è il timo e questo chakra governa il cuore, i polmoni, il sistema circolatorio e gli arti superiori.

La parola chiave associata è IO AMO.

AFFERMAZIONE POSITIVA: SONO COMPLETAMENTE APERTA A DONARE E A RICEVERE AMORE

Il quinto chakra, il chakra della gola, è situato alla base della gola al centro della laringe, è associato al colore blu brillante e all’elemento etere. Il nome in sanscrito è Vishuddi o Vishudda, che significa “purificare il corpo dalle sostanze nocive”.

Il Chakra della Gola ripristina l’energia disintossicando le impurità dal corpo e dalla mente, è connesso alla voce, alla nostra capacità di comunicare ed esprimerci chiaramente, a comunicare i nostri bisogni e desideri, la nostra verità con grazia, integra la saggezza del cuore e della mente, consentendo alle profonde verità di fluire liberamente.

Il simbolo del quinto chakra è un fiore di loto blu brillante con 16 petali e il suo mantra seme (bija mantra) è HAM.

La ghiandola endocrina associata al chakra della gola è la tiroide e governa la gola, il collo, la bocca, i denti, la mandibola, l’udito, l’esofago, la parte alta dei polmoni e la cervicale.

La parola chiave associata è IO PARLO/IO COMUNICO

AFFERMAZIONE POSITIVA: MI ESPRIMO CON CHIAREZZA, VERITA’ E ONESTA’.

IL TERZO OCCHIO è il sesto chakra, situato nella zona tra le sopracciglia, nella parte anteriore della testa, e dietro la fronte, in quella parte posteriore, è associato al colore indaco/viola e all’elemento luce. Il nome in sanscrito è Anja, che significa “percepire“. Il terzo occhio nasce dalla fusione delle due visioni separate degli occhi fisici e può vedere oltre il velo della forma e dell’apparenza: permette di “guardare senza guardare”, di allargare i nostri orizzonti, di sviluppare la concentrazione, di creare e proiettare immagini armoniche grazie a una visione armonica interiore.

Esso è collegato all’intuizione, alla chiaroveggenza, alla chiarezza e alla capacità di vedere chiaramente, dà l’accesso alla visione cosmica, illuminando ogni cosa così come è, senza il filtro del passato, il giudizio e le aspettative.

È associato alla conoscenza elevata senza la proiezione dell’ego. Ajna è in relazione allo spirito e all’energia della luce e racchiude la capacità di superare il proprio ego e di sintonizzarsi con il proprio Sé superiore. Il sesto chakra esercita il controllo della coscienza ed è il centro di elaborazione delle percezioni sensoriali in immagini mentali coerenti e di comprensione delle energie sottili che collegano l’eterico con il fisico. Il terzo occhio è rappresentato da un fiore di loto indaco/viola con 96 petali e il suo mantra seme (bija mantra) è OM.

La ghiandola endocrina associata al terzo occhio è la ghiandola pituitaria o ipofisi e gli organi corrispondenti sono gli occhi, il sistema ormonale e il sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale).

La parola chiave associata è IO VEDO.

AFFERMAZIONE POSITIVA: HO FIDUCIA NELLA MIA SAGGEZA INTERIORE E NELLA MIA INTUIZIONE

IL CHAKRA DELLA CORONA è il settimo chakra, situato alla sommità della capo, è di colore madreperla, è puro spirito, non è associato a nessun elemento, questa è una delle caratteristiche che lo distingue dagli altri. Il suo nome in sanscrito è Sahasrara, che significa “mille volte”.

Il Chakra della corona trascende il corpo fisico e la materia, è pura energia vitale che deve scorrere libera. Esso è collegato alla connessione spirituale con l’universo e la spiritualità, alla connessione con lo spirito, al senso di coscienza universale, alla ricchezza spirituale e alla saggezza, all’unità e alla conoscenza di sé. Il suo colore viola/bianco, riflette la sua connessione con la spiritualità e l’illuminazione.

Attraverso il chakra della corona ci si connette alla Coscienza Suprema/Fonte/Sorgente, all’unità e all’interconnessione con il Tutto, per essere Uno con l’universo.

Quando il Chakra della Corona è aperto e armonizzato, siamo in grado di percepire una maggiore consapevolezza, la pace interiore e un senso di connessione con il mondo intorno a noi. In questo Chakra come una goccia del fiume scorre verso l’oceano, noi scorriamo col divino e siamo in unione con la Sorgente.

Qui si raggiunge uno stato trascendentale e di contemplazione del divino e del senso della vita come di un viaggio che ha inizio e fine per ricongiungerci con la Sorgente.

Il significato del chakra della corona è l’apertura al Sè Spirituale come un fiore di loto che si apre al sole, siamo tutti esseri interconnessi e connessi all’ Assoluto. Il simbolo del chakra della corona è un fiore di loto con 1000 petali di colore bianco madreperla/oro e il suo mantra seme è OM/AH. La ghiandola endocrina associata al chakra della corona è la ghiandola pineale e corrisponde a tutto l’organismo.

La parola chiave associata è IO COMPRENDO.

AFFERMAZIONE POSITIVA: SONO CONNESSA ALL’UNIVERSO E ALLA COSCIENZA SUPREMA

L’ottavo chakra, la sfera dell’anima, è uno dei chakra più importanti. Quando si lavora sull’ottavo chakra bisogna capire la funzione dell’anima. L’anima è un grande ponte per il Divino, è lo strumento per arrivare al Sé superiore e alla Sorgente Divina.

La sfera dell’anima è rappresentata da una grande piramide, il luogo delle esperienze carnali e spirituali, noi siamo essenza spirituale in corpo umano, carnale, ciò significa che siamo quella parte spirituale che viaggia nelle dimensioni.

Per raggiungere l’ottavo chakra grazie alla meditazione, ci si connette alla ghiandola pineale, si attraversa il suo grande portale, immaginando che sia un passaggio, un oblò, una piccola luce al centro della testa, si entra nella ghiandola pineale e nel suo canale di luce, ed è come essere dentro un ascensore spirituale di leggerezza, non si sente il peso della vita, non si sente la fatica, e si sale su nel canale, si viene come risucchiati, fino a che non si raggiunge la sfera dell’anima. Nella sfera dell’anima c’è un grande cielo, c’è una grande stella, quella più vicina è la propria stella e poi ci sono tantissime stelle che sono le stelle delle anime che ogni persona conosce, queste stelle sono molto più in alto e molto più piccole.

Nella sfera dell’anima non si è soli, durante la meditazione si va verso la propria stella dell’anima, il nono CHAKRA, il proprio vero centro, e cosi si realizza il contatto con l’anima.

Quando si raggiunge la propria stella si può affermare “IO SONO ANIMA”, così si sente la possibilità di capire tutte le registrazioni delle vite precedenti e il senso di questa stessa esperienza umana vissuta in questo tempo. Quando affermiamo, Io sono anima significa che io sono anche tutte le memorie già vissute.

In questo modo otteniamo risposte sul perché delle esperienze, sui karma di questa vita, dandoci l’opportunità di scioglierli e di guarirli. Possiamo anche affermare, IO SONO LA LUCE DELL’ANIMA, IO SONO L’AMORE DELL’ANIMA, IO SONO LA NEUTRALITÀ DELL’ANIMA.

Spesso l’anima è un po’ neutrale nei confronti della vita fisica, raccoglie una vita, la confronta con quella precedente e non si sente molto partecipe. Una condizione che cambierebbe se noi cambiassimo, se faremo della nostra vita un giaciglio amorevole, pieno di significati, di risultati, di ottenimenti, allora la nostra anima si sentirà molto partecipe di questa vita.

Pronunciando dentro se stessi, IO SONO L’ASCENSIONE DELLA MIA COSCIENZA, significa che sappiamo che esistono possibilità, consapevolezze, che portano la nostra coscienza in ascensione verso la sfera dell’anima e che non siamo intrappolati in questa dimensione terrena, significa che possiamo ascendere verso una dimensione superiore e questa prima dimensione la troviamo all’interno della sfera dell’anima.

Dobbiamo permettere di lasciare aperta la porta dell’anima che ci consente di raggiungere l’Assoluto nel suo Amore.

È un percorso fatto attraverso la grazia, l’amore, la comprensione e la pace.

Questi preziosi ottavo e nono chakra simboleggiano l’infinito, quando noi varchiamo la porta dell’anima siamo in viaggio verso l’infinito, perché colui che non cerca la propria anima o l’Amore divino non troverà mai pace su questa terra e dovrà tornare infinite volte.

Le origini dell’Hatha Yoga sono antichissime, risale insieme al Kundalini, Laja e Mantra yoga, alla branca del tantrismo, secondo cui il mondo è un campo di energie sovrannaturali che animano ogni cosa e non esiste separazione tra il Principio Universale e ogni essere dell’Universo.

Il fondatore dell’Hatha Yoga si ritiene sia Swami Goraknath, che visse intorno al XII secolo e, secondo la leggenda, fu allievo diretto di Matsyendra, nonché manifestazione del dio Shiva.

La parola “Yoga” significa unione. Se riesci a rompere i limiti dell’illusione di essere separato e iniziare a sperimentare l’unicità dell’esistenza, questo è Yoga. Hatha in sanscrito significa vigore o forza, da cui deriva la classica traduzione di Hatha Yoga come Yoga della forza.

Hatha Yoga è un processo preparatorio dello Yoga, si definisce questa disciplina anche come Yoga del sole e della luna: “Ha” si riferisce infatti all’energia maschile del sole, Surya, che scorre nel canale energetico destro del nostro corpo, detto Pingala, mentre “Tha” ne rappresenta la parte femminile e lunare, Chandra, presente nel canale energetico di sinistra, Ida. Il canale centrale all’interno della colonna vertebrale dove avviene la loro unione e lungo il quale l’energia della Kundalini-Shakti risale è chiamata Sushumna.

Parte dello scopo dell’Hatha yoga è ricondurre in armonia queste due polarità, riequilibrare le opposte energie Yin e Yang che animano ogni cosa e trascendere la dualità..

L’Hatha Yoga si basa principalmente sull’esecuzione di ottantaquattro posizioni fondamentali che sono state identificate come yogasana e le tecniche di respirazione (pranayama), per questo motivo lo si considera il capostipite di tutti gli stili di yoga più moderni. Esso agisce sia sul piano fisico che su quello psichico-spirituale, con posizioni semplici, eseguite con calma, unite ad esercizi di respirazione, al rilassamento e alla meditazione, questo stile è perfetto per i principianti, ma anche per i più esperti per trovare un maggior equilibrio.

L’Hatha Yoga ha molti benefici: migliora la postura, previene mal di schiena, scoliosi e dolori cervicali, mantiene flessibili la colonna vertebrale, le articolazioni e il sistema scheletrico e muscolare in generale, migliora l’elasticità di tendini e muscoli, rafforza i muscoli dell’addome e massaggia gli organi interni, risveglia la respirazione diaframmatica, stimola le ghiandole ormonali, previene l’ipertensione
allevia l’insonnia, l’ansia, lo stress cronico, gli attacchi di panico e aiuta in caso di depressione, favorisce la concentrazione, aumenta la forza, la calma e l’equilibrio interiore.

Se viene insegnato in un’atmosfera adeguata con umiltà e autenticità, è un processo davvero fantastico per modellare il tuo sistema ed uno strumento favoloso per raggiungere così lo stato di fusione con l’Assoluto. Lo yoga è sempre il fine e il mezzo per raggiungere lo stato di beatitudine, il Samadhi (illuminazione).

Il Koshi è un autentico strumento musicale, una creazione originale di alta qualità. Realizzato a mano ai piedi dei Pirenei, ogni campanello (carillon) terapeutico è il risultato di una meticolosa lavorazione artigianale. Il tubo è fatto in legno di Bamboo ed è stato trattato con oli naturali. All’interno ci sono otto lamelle metalliche che sono state saldate con argento nella piastra di metallo alla base del tubo di risonanza. L’accordatura precisa crea un gioco di toni brillanti che sono ricchi di ultrasuoni (overtone). I Campanelli sonori terapeutici si possono scegliere in 4 tonalità e melodie differenti, ispirate ai quattro elementi: Terra, Acqua, Aria e fuoco.

Ogni Koshi è ricco di sfumature, ha il suo timbro specifico, un suono profondo, una lunga risonanza e può essere suonato armoniosamente con le altre tonalità.

L’essenza di tutte le pratiche dello yoga è il fluire dell’energia vitale, in sanscrito chiamata prana. Il prana è l’energia sottile che anima il corpo e la mente. Pranayamaè il quarto ramo degli otto rami dello Yoga di Patanjali e Il termine sanscrito pranayama è composto dalle 2 parole: prana e ayama. Prana “energia, forza vitale” e ayama “estensione”, “espansione”, quindi pranayama può essere tradotto letteralmente come ”espansione della forza vitale” o ”estensione del respiro”.

Secondo gli antichi insegnamenti yoga, prana è l’energia vitale che circola attraverso i 72000 nadi, o canali energetici, presenti nel nostro corpo. Tramite il controllo e la consapevolezza del respiro, si impara a dirigere e a controllare la circolazione del prana, guadagnando la possibilità di incanalarlo in specifiche parti del corpo. Le tecniche di respirazione del pranayama smuovono questa energia e rivitalizzano il corpo e la mente. Regolando consapevolmente il nostro respiro, riusciamo ad accumulare più prana e ad attingere a queste riserve di energia nella nostra vita quotidiana
Le pratiche di respirazione yogica ci insegnano a controllare il respiro e con esso anche la mente.

“Quando il respiro è agitato, la mente è instabile, ma quando il respiro è tranquillo, anche la mente è tranquilla.”

Il pranayama è molto di più che un insieme di semplici esercizi di respirazione: la perfezione nella pratica del pranayama infatti si raggiunge portando consapevolezza sul respiro durante tutta la giornata. Questa consapevolezza apre la possibilità di poter utilizzare l’accresciuta energia vitale per oltrepassare i nostri limiti e per ottenere un più alto livello di energia fisica, emotiva e spirituale e una accresciuta consapevolezza di noi stessi.

Il pranayama fornisce al corpo ossigeno sufficiente e lo collega alla sua batteria, il plesso solare, dove è depositata una quantità enorme di energia. Respirando in modo consapevole e profondo, possiamo attingere a queste riserve di energia nella quotidianità. Il corpo si rafforza e può rispondere molto più facilmente alle richieste della vita moderna, superando lo stress e molte malattie.

I diversi tipi di pranayama (esercizi di respirazione) aiutano il prana a fluire portando così nuova energia a tutto il sistema nervoso. Il respiro e la mente sono sempre collegati, come ad esempio quando si è spaventati o arrabbiati, la respirazione è poco profonda, veloce e irregolare, ma quando si è rilassati o concentrati la respirazione è più calma. Regolando la respirazione, aumentiamo l’assorbimento di ossigeno e di energia vitale (prana) e, inoltre, incrementiamo la capacità di concentrazione. La concentrazione è a sua volta il requisito preliminare per la meditazione – la pratica che conduce alla pace interiore profonda.

Attraverso una pratica costante si acquisisce inoltre la capacità di risvegliare innumerevoli proprietà benefiche in noi stessi,

si potrà dirigere un grande flusso di vitalità nelle aree dove sentiamo che manca.

Nel pranayama è di fondamentale importanza riuscire ad allenare la capacità di trattenere il più a lungo possibile il respiro.

Mantenendo una postura ferma per un periodo prolungato di tempo e sincronizzando il ritmo respiratorio secondo schemi di respirazione specifici, anche la mente gradualmente si calmerà, purificandosi e preparandosi per i successivi stadi sul percorso verso l’illuminazione.

Lo Sivananda Yoga è una forma di Hatha Yoga, che si basa sugli insegnamenti di Swami Sivananda, un medico ed insegnante di yoga indiano, che visse dal 1887 al 1963. Swami Sivananda era un uomo di animo umile, al servizio del prossimo e dell’umanità, sia in ambito medico, curando gratuitamente tutti coloro che ne avevano bisogno, sia come insegnante di yoga garantendo a tutti la possibilità di praticare la disciplina.

Swami Sivananda capì infatti che per poter guarire completamente le persone, la pratica dello yoga era necessaria e molto efficace.

La diffusione della conoscenza spirituale e la formazione delle persone nello yoga erano il suo scopo, e così tra il 1932 e il 1948 fondò a Rishikesh, in India, l’Ashram Sivananda, la “Divine Life Society” e la Yoga Vedanta Forest Accademy. L’insegnamento di Swami Sivananda ha cristallizzato i principi fondamentali di tutte le religioni, unendo tutti i percorsi dello yoga in uno solo: lo yoga della sintesi. Egli lo ha riassunto con queste parole, “Servire, amare, donare, purificare, meditare, realizzare”. La sua stessa vita è stata un fulgido esempio dell’ideale del servizio disinteressato, del karma yoga. Per Swami Sivananda tutto il lavoro era sacro, nessun compito era troppo umile. Ha cercato instancabilmente opportunità per servire e aiutare gli altri, senza mai rimandare ciò che doveva essere fatto. Lo Sivananda Yoga si diffuse in Occidente intorno al 1950, grazie ai discepoli di Swami Sivananda, soprattutto Swami Vishnudevananda, che viaggiò con lo scopo di diffondere gli ideali del suo maestro. Lo Sivananda Yoga ha la particolarità di essere composto da 12 asana ( posture) di base, che si intervallano con dei momenti di rilassamento ( savasana) e la meditazione, posture progettate per migliorare la flessibilità, la forza e l’equilibrio. L’attenzione è rivolta al corretto allineamento e all’uso del respiro per guidare il movimento. Oltre alle pratiche fisiche, questo stile yoga incorpora anche l’uso del pranayama, o controllo del respiro, la meditazione per favorire il rilassamento e la pace interiore. L’obiettivo di questa disciplina, è quello di ricercare la felicità attraverso 5 principi fondamentali di Swami Vishnudevananda, essi riassumono tutti gli insegnamenti classici dello yoga: esercizio appropriato (asana), respirazione appropriata (pranayama), rilassamento appropriato (savasana), dieta appropriata (cibo vegetariano) pensiero positivo e meditazione (Vedanta e Dhyana). Lo Sivananda Yoga è una tradizione che fondamentalmente incorpora quattro percorsi di Yoga, il Karma Yoga che significa servizio disinteressato a tutti gli esseri umani e a tutto, fondamentalmente tutti gli esseri viventi, il Raja Yoga, è il controllo della mente, Hatha Yoga e la pratica del Pranayama fanno parte del Raja Yoga, poi il Bhakti Yoga, che è lo Yoga della devozione, e per esprimere la nostra devozione si cantano i Bhajan. Infine lo Jnana Yoga che è lo Yoga della conoscenza, Advaita Vedanta. I benefici di questo stile sono molteplici, migliora la flessibilità di muscoli, articolazioni, tendini e legamenti, stimola la circolazione,rafforza la flessibilità e la forza della colonna vertebrale che mantiene il corpo giovane, rende i muscoli del sistema muscolare forti e flessibili.

Lo Sivananda Yoga è adatto a persone di tutte le età e livelli di forma fisica, con modifiche e adattamenti disponibili per soddisfare le esigenze e le capacità di ogni individuo.

Vinyasa Flow Yoga è uno stile di yoga dinamico e fluido che collega il movimento con il respiro. Il termine “vinyasa” può essere tradotto come “posizionare in un modo speciale” e si riferisce alla sequenza coreografica di movimenti e posture in questa pratica. Il termine inglese flow, ovvero flusso, contraddistingue lo stile dinamico di questa forma di yoga. Di flusso si parla a proposito del passaggio da una posizione all’altra e dei vari movimenti accompagnati sempre dal respiro, usualmente il respiro Ujjayi, (il respiro dell’oceano). In una lezione di Vinyasa Flow le posizioni praticate si rifanno alla pratica classica dell’Hatha Yoga, con alcune variazioni moderne, ciò che differisce dall’Hatha Yoga è la fluidità dei movimenti realizzati in sequenza e l’uso costante del respiro. Pertanto il vinyasa è una pratica fluida ed elegante, adatta a chi preferisce uno stile più dinamico ed energico. Attraverso le sequenze di asana si rende fluida la pratica nel suo insieme, legando in modo dinamico le varie posizioni. Nelle sequenze del Vinyasa Flow Yoga, si eseguono le transizioni, movimenti precisi che aprono e chiudono le varie posizioni ( asana). Questi movimenti vengono sempre coordinati alla respirazione. Seguendo la guida dell’insegnante, si inspira ed espira durante l’esecuzione dei movimenti, in un flusso di continuità da una posizione all’altra. Il movimento continuo e fluido e il lavoro sul respiro permettono di controllare sia la mente che il corpo, di perfezionare l’equilibrio, ed aiutano a costruire forza, resistenza e flessibilità. Il Vinyasa Flow Yoga incorpora anche elementi di meditazione e consapevolezza, aiutando gli studenti a coltivare un senso di concentrazione e calma interiore, a ridurre o gestire lo stress quotidiano.

La pratica può essere fisicamente impegnativa, ma può anche essere modificata per soddisfare le esigenze e le capacità di ogni studente.

Lo Yin Yoga è uno stile di yoga più meditativo, nato negli anni ’70 negli Usa, ideato da Paul Zink insegnante di Taoismo, divulgato da Paul Grilley negli anni 80 unendo la MTC (Medicina Tradizionale Cinese ) e l’anatomia. Negli anni 90 Sara Powers ha ideato sequenze per stimolare l’energia lungo i meridiani e infine Bernie Clark è il portavoce ufficiale dello Yin Yoga. E’ uno stile dal ritmo lento che prevede il mantenimento di posizioni passive, chiamate anche forme, per lunghi periodi di tempo. L’obiettivo dello Yin Yoga è trovare l’immobilità e arrendersi nelle posizioni, permettendo al corpo di rilassarsi, rilasciare la tensione.

Lo Yin Yoga lavora sui tessuti connettivi profondi del corpo, come la fascia, i legamenti e le articolazioni, migliora la flessibilità e promuove il benessere fisico ed emotivo generale. La pratica dello Yin Yoga può anche aiutare a ridurre lo stress e l’ansia, a coltivare un senso di calma interiore ed equilibrio, crea un ponte verso la meditazione e una riserva naturale di energia. Durante la pratica dello Yin Yoga si sposta l’attenzione verso l’interno, si purificano i meridiani, lasciando andare e aiutando a rimuovere le emozioni e le memorie immagazzinate nella fascia connettivale, stimolando il flusso dell’energia vitale (prana).

A differenza degli stili di yoga più dinamici, lo Yin Yoga non comporta sforzi muscolari o movimenti intensi. Le pose vengono generalmente mantenute per diversi minuti alla volta, 2-5 minuti, e l’uso di oggetti, come coperte, blocchi, cinture, cuscini, è incoraggiato a sostenere il corpo e consentire un completo rilassamento.

Una delle parti più importanti di una lezione di Yin yoga, è il rebound, (riequilibrio), eseguito tra una posizione e l’altra, è un breve periodo di riposo dopo ogni posizione, 1-2 minuti, in shavasana, sdraiati sulla schiena, nel coccodrillo in posizione prona o nel bambino ( balasana). Dopo aver rilasciato una posa, le sensazioni provate da uno yin yogi possono essere più forti di quelle che ha provato mentre teneva la posa. Queste sensazioni possono sorgere in diverse parti del corpo e sono descritte come formicolio, calore, pienezza, espansione, contrazione o una serie di altre esperienze interiori. Il rebound è una delle forme di meditazione più accessibili disponibili, può assorbire completamente l’attenzione e la consapevolezza dello yin yogi, è davvero un momento appagante per ricaricarsi.

Lo Yin Yoga è adatto a persone di tutte le età e livelli di forma fisica e può essere modificato per soddisfare le esigenze e le capacità di ogni individuo.

Se stai cercando di aggiungere un senso di calma e relax alla tua pratica yoga, lo Yin Yoga potrebbe essere la soluzione perfetta per te.

Lo Yoga Nidra deriva dall’antica pratica tantrica chiamata “nyasa”, che significa mettere o portare la mente in un punto.

Questa tecnica è stata sviluppata da Swami Satyananda Saraswati a Rishikesh, egli era allievo di Swami Shivananda ed aveva il compito di controllare i bambini in una scuola dove veniva insegnato loro la recita dei Veda.

I Veda sono testi antichi della civiltà dell’Indo-Sarasvati, una raccolta di inni che elogia un elevato potere che comprendeva i più antichi insegnamenti registrati nello yoga.

L’intelligenza dei Veda descrive rituali e cerimonie che ai praticanti Yoga sono stati necessari per andare oltre i limiti della mente.

Lo Yoga Nidra è una potente tecnica che induce al rilassamento fisico, mentale ed emotivo, è un metodo per entrare e guardare internamente in modo da ritrovare l’armonia del corpo, della mente e dello spirito. Ai livelli più profondi di Yoga Nidra è possibile “viaggiare” in modo cosciente oltre i limiti del proprio corpo e della propria mente, fino a percepire e connettersi con il proprio Sé Superiore e l’Assoluto.

Il significato della parola yoga è unione e nidra significa dormire.

Durante la pratica dello yoga nidra, sembra di essere addormentati, ma la coscienza funziona a un livello di consapevolezza più profondo.

Per questo motivo, lo yoga nidra è spesso denominato sonno psichico o rilassamento profondo ed è chiamato il sonno yogico.

In questo stato di soglia tra il sonno e la veglia, uno stato semi cosciente in cui la mente è presente e profondamente rilassata, le onde cerebrali sono molto lente e si ha accesso a risorse mentali intuitive molto utili, si entra in contatto con il subconscio e l’inconscio, lontano dalle esperienze esterne.

Durante la pratica si entra in uno stato calmante per la mente e il corpo attraverso la meditazione guidata, si viene guidati a portare la consapevolezza e la percezione di molte parti del corpo per raggiungere la quiete e rilassarsi completamente.

La pratica crea attività fisiche e mentali che modificano le onde cerebrali per rilasciare la tensione emotiva, rallentare il sistema nervoso e consentire ai muscoli di rilassarsi.

Questo innesca una risposta di rilassamento, riducendo naturalmente lo stress nel corpo e nella mente.

Alleviare lo stress mentale e fisico può anche alleviare il mal di testa e la tensione muscolare.